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Domenico MOREA

Domenico MOREA
Domenico Morea

Nacuq ad Alberobello il 21 giugno 1833. Suo padre, Giovanni, era sarto, mentre sua madre, si chiamava Maria Sisto. Sin dagli studi elementari Morea dimostrò di possedere una spiccata intelligenza, tanto che, dopo le elementari, i suoi genitori vollero che continuasse a studiare e data la loro modesta condizione economica, lo raccomandarono a padre Raffaele Bernardi. Questi, professore di greco e lettore di Lingue Classiche nel seminario del Convento dell'Osservanza di Botrugno, riuscì, per la sua influenza, a farvi accogliere gratuitamente il giovane. Qui Morea studiò fino alla terza ginnasiale; poi, sembra in seguito ad una punizione, decise di tornare ad Alberobello, interrompendo gli studi. Morea, comunque, non perse la volontà di studiare e la vocazione per il sacerdozio, così da attirare l'attenzione del sacerdote don Modesto Colucci, suo concittadino e insegnante nel seminario di Conversano. Fu proprio in virtù dell'interessamento di quest'ultimo che Morea, nel 1850, potè ottenere un posto semi-gratutito in quel seminario (l'atra metà della retta se l'accollo la zia Antonia Sisto). A Conversano Morea si distinse così tanto negli studi da richiamare l'attenzione del vescovo, Giuseppe Maria Mucedola, direttore dello stesso seminario, il quale volle, visti i suoi successi, che il giovane ricevesse un'istruzione più elevata di quella che potè ricevere a Conversano, e, pertanto, lo inviò, nel 1855, interamente a sue spese, presso l'Abbazia di Montecassino, affidandolo alle cure di padre Luigi Tosti. Qui Morea perfezionò la sua educazione e nel 1856, a Napoli, fu consacrato sacerdote da Monsignor Sarnelli. Si trasferì, quindi, presso l'Università Pontificia di Roma, per completare i suoi studi filosofici e teologici. Dopo il soggiorno romano, Morea fece ritorno al seminario di Conversano, dove gli fu conferita la cattedra di Teologia Dommatica. Infine, nel 1861 a soli 28 anni, gli fu affidata la direzione del Liceo-Ginnasio del Seminario. Egli diresse quest'istituto per quarant' anni, facedolo divenire uno dei più rinomati di Puglia. Morì improvvisamente il 17 luglio del 1902. Vastissima e poliedrica è la produzione di Morea. Di lui si ricordano diversi trattati (I Classici Antichi nelle tradizioni dell'Italia e della Chiesa; Le Colonie e la Chiesa; Iddio nella Scuola; Discorso sugli Studi), numerosi discorsi sacri, commemorativi o scritti per altre occasioni (in particolare  quello pronunziato ad Alberobello l' 11 giugno 1861, nella chiesa dei Santi Medici, scritto in occasione della morte di Cavour: tale orazione, infatti, per le idee liberali che conteneva -di evidente derivazione rosminiana-, fece cadere per un certo tempo in disgrazia Morea presso il Vaticano), ma soprattutto il Chartularium Cupersanense, un'opera di grandissima importanza per la conoscenza della storia dell'alto Medioevo pugliese: esso, infatti, presenta il duplice merito dell'interpretazione paleografica e della trascrizione di numerose pergamene, che vanno dal periodo bizantino a quello normanno-svevo- e del loro commento storico, linguistico e giuridico.